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In questa installazione, un albero viene generato algoritmicamente utilizzando il formalismo dei sistemi di Lindenmayer. Il suo stato viene influenzato in tempo reale dai dati sulla qualità dell’aria. É possibile interagire con l'opera tramite una manopola che permette di selezionare tra le diverse città italiane, la nuova localizzazione modificherà lo stato di benessere della pianta. La “natura artificiale” del codice che si nasconde dietro al modello tridimensionale viene esplicitata riproducendo il processo generativo che vi è alla base.

L’installazione

L’installazione vuole esprimere la volontà di sensibilizzazione collettiva rispetto ai temi legati al cambiamento climatico indotto dalle attività inquinanti dell’uomo.
Cambiamento climatico che, rifacendosi alla categoria definita da Timothy Morton, è trattato alla stregua di “iperoggetto”, ovvero "entità di una tale dimensione spaziale e temporale da incrinare la nostra stessa idea di cosa un oggetto sia". Essendo quindi già immersi in questo enorme fenomeno, possiamo mancare di una visione esterna oggettiva delle ricadute reali e tangibili che questo comporta.

L’albero

Abbiamo scelto l'albero per il suo potere simbolico: essere vivente da cui avremmo molto da imparare. Come ironizza Stefano Mancuso ne "La nazione delle Piante": «non potendo muoversi a cercare ambienti o compagni migliori, una pianta deve per forza imparare a ottenere il massimo dalla convivenza con i suoi vicini».

I sistemi di Lindenmayer

L’installazione nasce dallo studio dei sistemi di Lindenmayer (spesso abbreviato L-systems), il cui nome deriva dal biologo ungherese Aristid Lyndenmeyer (1925-1989). L’idea di fondo è quella di usare un sistema di scrittura ricorsivo che tramite l'utilizzo di regole complesse legate alla computer grafica, permette di ricreare molte delle strutture biologiche che si trovano in natura.

Interpretare i dati

Nell'opera si possono esplorare (in alto a sinistra) le concentrazioni nell'aria dei princibali agenti inquinanti: CO, NO2, 03, S02, PM2.5, PM10; seguiti dall'air quality index.

About us

Neuralight è un collettivo che lavora nel campo delle arti digitali. Durante l'estate del 2021 hanno realizzato il sistema di illuminazione per il palco principale di Festivalle (Agrigento, Sicilia) utilizzando una rete neurale in grado di cambiare il colore delle luci del palco in base all'emotività espressa dalla canzone. Il loro lavoro è stato integrato all’interno di una struttura in legno progettata da studio GRRIZ. L’obiettivo del gruppo è esplorare le intersezioni fra arte e tecnologia, con particolare focus sull’interaction design e l’intelligenza artificiale. La produzione di opere del gruppo è intesa non solo come esperienza passiva, ma tradotta in strumento di condivisione, di sapere collettivo, di valorizzazione dell’individuo e di ciò che lo circonda.